LAVORATORI VITTIME DELL’AMIANTO: RISARCIMENTO PIÙ ELEVATO.

Come tutti sappiamo, le morti causate dall’Amianto sono una delle piaghe del nostro Paese.

Specie nei luoghi di lavoro, si può venire a contatto con l’Amianto, che, ricordiamolo contiene materiali potenzialmente pericolosi.

Solamente la respirazione delle fibre d’amianto può provocare principalmente tre malattie:

– Asbestosi (cicatrizzazione dei tessuti del polmone)

– Cancro al polmone – Mesotelioma

– Disturbi cardiaci

Pertanto è stato stabilito che le vittime dovute all’esposizione di amianto nel luogo di lavoro dovessero ottenere il massimo del risarcimento.

Lo stabilisce la Corte di Cassazione con una sentenza della Sezione lavoro.

I giudici, che in questo caso sono intervenuti sul solo versante civile, hanno istituito un principio di diritto in base al quale in caso di lesione dell’integrità fisica di una lavoratore a causa di una malattia contratta in violazione delle norme sulla sicurezza, «l’entità del danno non patrimoniale» deve essere calcolato dall’intensità della sofferenza provata.

Nel caso trattato dagli Ermellini, l’uomo era deceduto, secondo gli eredi, a causa di neoplasia polmonare provocata dall’inalazione di fibre di amianto presenti nell’ambiente di lavoro e per l’assenza di adeguate misure di sicurezza.

La Cassazione osserva innanzitutto come già da prima degli anni settanta era stata affermata la pericolosità della lavorazione dell’amianto.

La responsabilità a carico del datore di lavoro poi, come delineata dal Codice civile, non ha nulla di oggettivo ma rappresenta uno dei contenuti del contratto di lavoro.

Il nostro studio affronta ogni giorno questi casi, aiutando persone vittime di incidenti sul lavoro ad ottenere il giusto risarcimento.

Credi di aver subìto un danno nell’ambito del luogo di lavoro?